I Corridoi umanitari sono realizzati attraverso protocolli d’intesa sottoscritti con le autorità competenti dalla Comunità di Sant’Egidio e da altre organizzazioni promotrici, che coinvolgono attivamente la società civile in diversi paesi europei: Italia, Francia, Belgio, Andorra.

Sono stati attuati per la prima volta dal Libano all’Italia grazie alla sottoscrizione di un protocollo d’intesa denominato “Apertura di Corridoi Umanitari”, del 15 dicembre 2015, tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) e la Tavola Valdese.

Il primo protocollo ha permesso l’arrivo in sicurezza di 1011 profughi dal Libano.
Tra il 2016 e il 2017, 1.011 persone sono state accolte in Italia, in 80 diverse città di 18 regioni italiane, grazie alla collaborazione con una rete di associazioni e privati cittadini che hanno permesso l’integrazione dei rifugiati nelle diverse realtà locali, secondo il modello della “accoglienza diffusa”.

Nel 2017 è stata concordata un’estensione a beneficio di ulteriori 1000 persone per il biennio 2018-2019.

Un terzo protocollo di “Apertura di Corridoi Umanitari” – sottoscritto il 12 gennaio 2017 su iniziativa della Conferenza Episcopale Italiana (mediante i suoi due organismi Caritas italiana e Fondazione Migrantes) e dalla Comunità di Sant’Egidio – è attualmente in attuazione e prevede l’arrivo in sicurezza di 500 profughi eritrei, somali e sud-sudanesi dall’Etiopia.

Sono stati inoltre avviati due distinti Corridoi Umanitari per profughi in transito dal Libano per la Francia e per il Belgio, per un totale di 650 visti per motivi umanitari.

Il progetto Humanitarian Corridor prende in considerazione i seguenti protocolli attualmente attivi:
Libano/Italia; Libano/Francia; Etiopia/Italia.

I FIRMATARI SONO:

Corridoio Libano/Italia
Comunità di Sant’Egidio
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Tavola Valdese

Corridoio Etiopia/Italia
Comunità di S.Egidio
CEI – Conferenza Episcopale Italiana

Corridoio Libano/Francia
Communauté de Sant’Egidio
Conferenza Episcopale Francese
Caritas Francia
Federazione Protestante di Francia
Federazione di Mutua Assistenza Protestante

PRINCIPALI BISOGNI

INGRESSO SICURO

Evitare le morti in mare

INGRESSO LEGALE

Contrastare il traffico di essere umani

INTEGRAZIONE

Realizzare percorsi efficaci di autonomia

APPROCCIO ADOTTIVO

Mediazione Interculturale

RISPOSTA AI BISOGNI

  • Valutazione delle richieste di inserimento nel progetto ricevute dai potenziali beneficiari in Libano/Etiopia: valutazione delle storie personali, dei bisogni, della motivazione personale e delle capacità di adattarsi a vivere in Italia e ad integrarsi nel tessuto sociale ed economico (almeno tre interviste finalizzate ad accertare le condizioni personali e sociali e le vulnerabilità dei potenziali beneficiari); formazione linguistica di base; formazione culturale; formazione volta alla conoscenza delle regole e della legislazione vigente in Italia (in particolare, sull’immigrazione)
  • Visti rilasciati sulla base dell’ Art. 25 del Regolamento CE No 810/2009, come previsto dai protocolli firmati dalla Comunità di Sant’Egidio e dalle altre Associazioni proponenti con le Autorità italiane competenti;
  • Differenti livelli di controllo e verifica: tre differenti controlli sui potenziali beneficiari effettuati dalle Autorità competenti nei paesi terzi (Libano ed Etiopia) e nei paesi di destinazione (Italia, Francia);
  • I beneficiari sono accolti attraverso un modello di Accoglienza Diffusa su tutto il territorio nazionale dalle comunità locali, associazioni e famiglie, che provvedono:o a soddisfare i bisogni primari delle persone ospitateo a supportare i beneficiari, garantendo l’accesso al Sistema Sanitario Nazionale e alle cure mediche di cui hanno bisogno
  • I beneficiari vengono assistiti, una volta in Italia, nell’iter per il riconoscimento della richiesta di asilo / di protezione internazionale e nell’ottenimento dei permessi di soggiorno;
  • I beneficiari sono inseriti in percorsi di integrazione volti al conseguimento dell’autonomia personale e/o familiare: corsi di lingua, formazione culturale e professionale; supporto alla ricerca del lavoro e all’inserimento lavorativo; inclusione e integrazione dei minori nel sistema educativo, a scuola nella propria classe di età e supporto extra-curricolare;
  • Presenza trasversale nelle attività di pre-partenza e post-arrivo dei Mediatori Interculturali per favorire il processo di comprensione reciproca (non solo linguistica) e, quindi, di integrazione tra i beneficiari del progetto, le persone e le comunità ospitanti;

CHI SONO I BENEFICIARI

  • Persone riconosciute dall’UNHCR come rifugiati prima facie sulla base della Convenzione di Ginevra del 1951 ed il suo Protocollo del 1967;
  • Persone in pericolo di perdere la propria vita o la propria libertà a causa di conflitti armati, violenza endemica o sistematica violazione dei diritti umani;
  • Persone che manifestano comprovate condizioni di vulnerabilità così come definite dalla Direttiva Europea 2013/33 del 26 giugno 2013 (minori, minori stranieri non accompagnati, disabili, anziani, donne in stato di gravidanza, genitori singoli con figli minori, vittime della tratta degli esseri umani, persone affette da gravi malattie o da disturbi mentali, persone che hanno subito torture, stupri o altre gravi forme di violenza psicologica, fisica o sessuale);
  • Persone che possano beneficiare di sostegno in Europa per la dichiarata disponibilità di soggetti singoli, chiese o associazioni a provvedere inizialmente alla loro ospitalità e sostentamento;
  • Persone che hanno reti familiari o sociali stabili in Europa.

LE FASI DI AZIONE

IDENTIFICAZIONE DEL LUOGO DI ACCOGLIENZA NEI PAESI DI TRANSITO (Libano, Etiopia)

Gli enti proponenti raccolgono le richieste da parte dei possibili beneficiari e procedono alla valutazione delle stesse e all’identificazione dei beneficiari attraverso diversi passaggi:

a seguito di colloqui conoscitivi con gli operatori delle associazioni in loco, si procede alla verifica della veridicità delle storie raccolte e alla verifica della fedina penale dei possibili beneficiari ad opera delle autorità del paese di destinazione e del paese di transito. Qualora queste verifiche abbiano esito positivo, si conferma la selezione del beneficiario e vengono avviate le procedure burocratiche ai fini del rilascio del visto umanitario per il trasferimento in Europa.

Si procede alla raccolta dei documenti d’identità e alla ricerca del luogo di destinazione sulla base delle opportunità di accoglienza e dei bisogni specifici dei beneficiari (cure mediche, opportunità d’istruzione, etc.).

IDENTIFICAZIONE DEL LUOGO DI ACCOGLIENZA NEI PAESI DI DESTINAZIONE (Italia, Francia)

Contemporaneamente alla selezione dei beneficiari, si procede alla ricerca delle opportunità di accoglienza nei paesi di destinazione (Italia e Francia). Attraverso attività di sensibilizzazione della società civile sul tema dell’immigrazione e sulle condizioni in cui versano milioni di rifugiati (in particolare i rifugiati siriani ed i rifugiati stanziati in Etiopia), si procede all’attivazione di reti di solidarietà sparse in tutto il territorio italiano che siano disposte a sostenere l’accoglienza ed il percorso di integrazione dei beneficiari nel tessuto sociale locale.

Successivamente, grazie all’ausilio della piattaforma web, si procede al matching fra i beneficiari selezionati e le opportunità di accoglienza sulla base dei bisogni specifici di ogni beneficiario.

PREPARAZIONE ALLA PARTENZA

I beneficiari vengono debitamente informati rispetto a finalità e modalità di attuazione del progetto e alla normativa europea e nazionale in materia di asilo politico e immigrazione. Inoltre, gli operatori in loco si occupano di introdurre ai beneficiari gli aspetti culturali, linguistici e socioeconomici della cultura, della società e delle tradizioni europee.

TRASFERIMENTO NEI PAESI DI DESTINAZIONE

Espletate le diverse procedure burocratiche (raccolta dei dati personali, verifica dell’UNHCR e dell’Ufficio Immigrazione) le autorità competenti dei paesi di destinazione rilasciano il visto umanitario ai beneficiari selezionati. Gli operatori delle associazioni proponenti procedono alla trasmissione della lista dei beneficiari alle compagnie di volo e alla prenotazione dei voli. Durante i 4 giorni prima della partenza, ogni beneficiario viene sottoposto ad un controllo sanitario. Una volta giunti nel paese di destinazione, i beneficiari devono sottoscrivere la richiesta di protezione internazionale presso l’Ufficio di Frontiera all’interno dell’aeroporto; successivamente incontrano gli operatori che li seguiranno e raggiungono le rispettive destinazioni.

PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE ED INTEGRAZIONE NEL PAESE DI DESTINAZIONE

I beneficiari vengono accolti presso appartamenti per famiglie, appartamenti condivisi con altre famiglie, camere in centri di accoglienza o camere presso privati in base ai rispettivi bisogni specifici. Al fine di favorire l’integrazione nel tessuto sociale del paese di destinazione ed il raggiungimento dell’autonomia, oltre al vitto e all’alloggio, ai beneficiari vengono offerti i seguenti servizi:

  • Accompagnamento legale per la richiesta di protezione internazionale
  • Assistenza sanitaria
  • Mediazione culturale
  • Sostegno psicologico
  • Inserimento scolastico dei minori
  • Percorsi di supporto alla scolarizzazione al di fuori dell’orario scolastico per velocizzare l’apprendimento della lingua e colmare le lacune esistenti
  • Corsi di lingua dei paesi di destinazione
  • Corsi di formazione professionale
  • Orientamento al mondo del lavoro
  • Attivazione di tirocini/borse lavoro al fine di valorizzare le esperienze pregresse e favorire l’ingresso nel mondo del lavoro
  • Accompagnamento nella ricerca di una soluzione abitativa.

DURATA DEL PERCORSO DI AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

Fermo restando le peculiarità dei singoli beneficiari, in media un nucleo familiare necessita, in media, di un anno e mezzo per giungere ad una piena autonomia o, almeno, ad una significativa semi-autonomia. Trattandosi prevalentemente di persone vulnerabili e di nuclei familiari numerosi, tale tempistica rappresenta un successo significativo del modello di accoglienza praticato. Tempistiche leggermente inferiori si sono in media registrate per i singoli.

Possibili sviluppi normativi

I corridoi umanitari poggiano sulla normativa europea: gli accordi di Schengen ed il Trattato di Lisbona già prevedono, infatti, una “protezione sussidiaria e temporanea” per chi fugge da guerre o da calamità naturali, e dimostrano come, utilizzando gli strumenti legislativi già a disposizione degli Stati Membri dell’Unione Europea, si possano garantire ingressi regolari a favore di persone in condizione di particolare vulnerabilità e di effettivo bisogno di protezione internazionale.

I corridoi, dunque, costituiscono una valida risposta, da un lato ai bisogni dei profughi che scappano da situazioni critiche attraversando il Mediterraneo a rischio della loro vita e, dall’altro, alle necessità degli stati di destinazione che richiedono controllo, sicurezza, accesso legale e accoglienza appropriata.

I corridoi umanitari costituiscono una buona pratica e una premessa per due possibili sviluppi normativi:

  • Un più ampio utilizzo del visto umanitario modificando l’attuale disciplina dell’art.25, Regolamento n. 810/2009
  • L’affermazione della sponsorship come canale di ingresso legale ordinario nel quadro delle politiche sull’immigrazione.

Sostenibilità

Il programma è totalmente finanziato dalle organizzazioni proponenti e dalle reti di solidarietà sparse nel territorio nazionale. Differentemente da altri programmi di resettlement, i corridoi umanitari non prevedono costi a carico dello Stato per l’accoglienza e la realizzazione dei percorsi di autonomia e integrazione socio-economica: infatti, i costi sono interamente sostenuti dai proponenti e dalla società civile.

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